L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa, caratterizzata da disturbi cognitivi, che evolvono in modo lento progressivo, fino a causare deficit cognitivo completo.
Nel cervello delle persone affette da Alzheimer si notano accumuli di Proteina beta amilode, di ammassi neurofibrillari, processi di neuro infiammazioni dovuti ad una attivazione in senso infiammatorio della microglia, aumento dei processi di ossidazione neuronale.
Non esiste una terapia per la cura della malattia. Tutte le terapie oggi in uso, sono volte a rallentare l’evoluzione della malattia e a ridurre almeno in parte il deficit cognitivo.
La cannabis può essere di aiuto perché conosciamo il suo meccanismo di azione sulle microglia e sullo stress ossidativo, soprattutto pare importante l’azione dei cannabinloidi sui recettori CB2 presenti sulle cellule microgliali.
Nella mia esperienza, i care givers delle persone affette da Alzheimer, riferiscono miglioramento della sintomatologia: il paziente appare meno agitato, più sereno, più facile da gestire, meno sofferente, migliora le re di sonno.
* Fonte dati: www.truenumbers.it
Cannabis e Alzheimer
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa, caratterizzata da disturbi cognitivi, che evolvono in modo lento progressivo, fino a causare deficit cognitivo completo.
Nel cervello delle persone affette da Alzheimer si notano accumuli di Proteina beta amilode, di ammassi neurofibrillari, processi di neuro infiammazioni dovuti ad una attivazione in senso infiammatorio della microglia, aumento dei processi di ossidazione neuronale.
Non esiste una terapia per la cura della malattia. Tutte le terapie oggi in uso, sono volte a rallentare l’evoluzione della malattia e a ridurre almeno in parte il deficit cognitivo.
La cannabis può essere di aiuto perché conosciamo il suo meccanismo di azione sulle microglia e sullo stress ossidativo, soprattutto pare importante l’azione dei cannabinloidi sui recettori CB2 presenti sulle cellule microgliali.
Nella mia esperienza, i care givers delle persone affette da Alzheimer, riferiscono miglioramento della sintomatologia: il paziente appare meno agitato, più sereno, più facile da gestire, meno sofferente, migliora le re di sonno.
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Le domande più frequenti
Cosa è l’Alzheimer?
È un processo degenerativo che colpisce le cellule del cervello, caratterizzato da perdita neuronale, placche senili di sostanza Beta amiloide e grovigli neurofibrillari dette Tangle. Colpisce prevalentemente le aree che governano memoria, linguaggio, percezione e cognizione spaziale, e provoca quell’insieme di sintomi che va sotto il nome di “demenza”, cioè il declino progressivo e globale delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione.
E’ una malattia che inizia gradualmente ed in modo subdolo, inizialmente con piccoli disturbi che nel corso degli anni lentamente ma costantemente peggiorano.
Come si manifesta l’Alzheimer?
È definita la malattia delle quattro A: perdita di memoria (Amnesia); incapacità di formulare e comprendere i messaggi verbali (Afasia); incapacità di identificare correttamente gli stimoli, riconoscere persone, cose e luoghi (Agnosia); incapacità di compiere correttamente alcuni movimenti volontari, per esempio vestirsi (Aprassia).
Qual è l‘evoluzione dell’Alzheimer?
Il decorso della malattia di Alzheimer può essere suddiviso approssimativamente in tre fasi; inizialmente sono prevalenti i disturbi della memoria, ma via via si possono aggiungere anche i disturbi del linguaggio, la persona diventa ripetitiva nell’esprimersi e tende anche a perdere gli oggetti, a smarrirsi e a non ritrovare la strada di casa; chi ne è affetto può presentare.
L’Alzheimer è curabile?
La malattia di Alzheimer non è guaribile, ma ci sono alcuni farmaci che possono migliorare alcuni sintomi cognitivi, funzionali e comportamentali e numerose tecniche ed attività in grado di ridurre i disturbi del comportamento.
I farmaci più utilizzati sono gli inibitori della acetilcolinesterasi. In Italia sono in commercio il donepezil, la rivastigmina e la galantamina Questi farmaci risultano efficaci nelle prime fasi della malattia, sono prescrivibili e favoriscono un miglioramento dello stato generale in circa il 60 % dei pazienti. Un ambiente fisico e relazionale favorevole, influenza in modo sicuramente positivo il decorso della demenza.
Vanno usate altresì quelle terapie di riabilitazione che hanno lo scopo di mantenere il più a lungo possibile efficienti le capacità residue del malato per migliorarne la qualità di vita.
La cannabis è utile nell’Alzheimer?
La cannabis va assunta già nelle prime fasi della malattia perché agisce riducendo il processo neurodegenerativo. Nelle fasi più avanzate della malattia ha un’azione riducente l’ansia, la paura, miglioral’appetito, toglie il dolore, facilita il sonno.
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