Sistema endo-cannabinoide
Cosa intendiamo per SEC
La domanda che spesso mi viene rivolta dai pazienti è: perché la cannabis funziona sul corpo umano? Studi recenti, a cui hanno partecipato anche autorevoli ricercatori italiani, hanno dimostrato la presenza nel corpo umano, di un sistema che interagisce con i principi attivi della cannabis: il THC in primo luogo e il CBD in seconda battuta. Questo sistema è stato denominato Sistema Endo Cannabinoide (SEC).
Il SEC è presente ovunque ci sia una cellula, ed ha espressione maggiore la dove c’è il tessuto nervoso e il tessuto immunitario: cioè ovunque nel nostro organismo. Il compito principale del SEC è il mantenimento dell’equilibrio (omeostasi) delle cellule, dei tessuti, degli organi, dei sistemi d’organo.
Il SEC è costituito da tre componenti: gli endocannabinoidi (Anandamide, 2AG, 2AGE ed altri ), i recettori con cui gli endocannabinoidi reagiscono (CB1 – CB2), gli enzimi che degradano gli endocannabinoidi dopo che hanno svolto la loro azione. Questa spiegazione è molto schematica, ed utile per spiegare cosa è il SEC. In realtà le cose sono più complesse e molto ancora deve essere scoperto, soprattutto nella tipologia di recettori e nel tipo di legame che avviene tra questi e gli endocannabinoidi.
Alcuni ricercatori ritengono che l’esaurimento (deficit) del SEC, causi delle vere e proprie sindromi: la Fibromialgia può essere considerato un esempio di deficit del SEC.
Effetti collaterali e metodi di somministrazione
Gli effetti collaterali sono dovuti all’azione che il THC (Tetraidrocannabinolo) ha sul nostro Sistema Nervo Centrale, e sul controllo di alcuni sistema di omeostasi.
Un sovradosaggio di THC espone il paziente ad alcuni dei seguenti sintomi: Stanchezza, Euforia, Ansia, Secchezza delle mucose, Ipotensione ortostatica, Tachicardia, Visione offuscata, Disturbi della coordinazione motoria, Diarrea. Questo corollario di sintomi scompare poche ore dopo l’ultima somministrazione.
È buona norma iniziare la terapia con bassi dosaggi di THC e salire lentamente, per dare il tempo all’organismo di adattarsi al THC.
Spesso succede che le preparazioni farmaceutiche di cannabis (olio ed altre) differiscano tra loro, in contenuto di cannabinoidi, per utilizzo di differenti metodologie di preparazione e per abilità professionale da parte del farmacista preparatore. Ciò espone il paziente a sbalzi nell’assunzione di THC. Per tale motivo è fondamentale che il medico abbia a disposizione le analisi chimiche del prodotto, affinché possa correggere i dosaggi in base al THC presente. Il dosaggio di cannabis va sempre parametrato a mg di THC equivalenti.
Variabilità regionale italiana
La Cannabis e la legge in Italia
Il Decreto del Ministero della Salute del novembre 2015, definisce le linee di condotta circa l’utilizzo della cannabis terapeutica, demandando alle singole Regioni le definizione di norme di attuazione, nel rispetto del Decreto stesso.
Molte regioni hanno deliberato, ciascuna con modalità proprie, per cui oggi ci troviamo in una situazione a macchia di leopardo, con 20 modalità differenti di accesso alla cannabis terapeutica.
A questa situazione paradossale, dove cittadini di regioni limitrofe devono sottostare a differenti regolamenti da parte delle istituzioni in tema di diritto salute, dobbiamo aggiungere la costante mancanza di medici esperti di trattamenti terapeutici a base di cannabis.
Mancano corsi di aggiornamento che preparino i medici all’utilizzo della cannabis come terapia, e questo allontana gli ammalati dalla possibilità di cura.
La cannabis è un medicamento relativamente sicuro, con scarsi effetti collaterali, se utilizzato da professionisti adeguatamente preparati. In Italia sono pochi i medici che hanno dedicato tempo e risorse allo studio e al confronto sul tema della terapia con cannabinoidi.
Ti interessano gli studi e le iniziative riguardanti l’uso dei cannabinoidi a scopo terapeutico?
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